Saturday, October 30, 2010

Tettamanzi, islam e libertà religiosa

Basterebbe essere degli autentici cattolici per sentire il dovere di opporsi alle nuove moschee invocate come una necessità spirituale dall’ineffabile Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Tra i grandi meriti della Chiesa cattolica, infatti, v’è quello di aver difeso per 1500 anni le anime e i corpi del gregge di Cristo dai lupi di Maometto. Sin dagli albori della sua espansione, l’islam si è rivelato il nemico mortale della Cristianità. Ne ha fatto le spese tutta l’Africa del Nord, Terrasanta compresa, che era cristiana e venne sottomessa dai feroci invasori; ne subirono il tallone e la furia intere nazioni d’Europa, dalla Spagna alla Sicilia, e tutte le città adriatiche e mediterranee, soggette ad assalti, devastazioni, massacri e deportazioni in massa. Persino la basilica di san Pietro venne attaccata e depredata (era l’aprile 846) da un’incursione di arabi mussulmani. Nella loro sete di conquista, i maomettani giunsero sino a stringere d’assedio Vienna.

BALUARDO DELLA CRISTIANITA’. In tutte queste, e molte altre, circostanze la Chiesa cattolica si erse a baluardo della Cristianità, organizzando Sante Crociate, Leghe Sante e Riconquiste. Ci furono anche Pontefici, come l’ingiustamente vilipeso e dimenticato Giovanni X, sanguigno Papa romagnolo, che brandirono la spada e marciarono alla testa delle milizie cristiane per debellare le teste di ponte allestite dagli islamici nella Penisola. Altri infervorarono e benedirono le truppe, implorando e ottenendo dal Cielo vittorie miracolose, come san Pio V per la battaglia di Lepanto: nessun Papa, nessun vescovo, nessun santo, nessun prete rinunciò alla legittima difesa della Chiesa e delle anime.

CONVERTIRE IL SULTANO. Neppure san Francesco, suo malgrado diventato il simbolo di certo ecumenismo senza Verità, fece o disse mai qualcosa che in qualche modo possa giustificare l’attitudine collaborazionista di Tettamanzi sull’islam. Francesco partecipò alla quinta Crociata con il proposito di convertire il sultano d’Egitto Malik al Kamil, come risulta nella biografia del santo scritta da san Bonaventura ove si riporta la testimonianza di frate Illuminato, presente all’incontro. Il sultano tentò di mettere in difficoltà Francesco, lamentando l’attacco dei crociati: “Il vostro Dio ha insegnato nei suoi Vangeli che non si deve rendere male per male... Quanto più dunque i cristiani non devono invadere la nostra terra?”. Francesco replicò saldamente e senza complessi di colpa: “Non sembra che abbiate letto per intero il Vangelo di Cristo nostro Signore. Altrove dice infatti: se un tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo lontano da te... Con il che ci volle insegnare che dobbiamo sradicare completamente... un uomo per quanto caro o vicino, anche se ci fosse caro come un occhio della testa, che cerchi di toglierci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Per questo – concluse Francesco - i cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete. Se pero voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e adorarlo, vi amerebbero come loro stessi”. Parole sante, praticamente un sunto della dottrina cattolica nei confronti dell’islam; allo stesso modo la sacrosanta premura della Chiesa è sempre stata quella di privilegiare il bene delle anime e della comunità rispetto ai pretesi “diritti civili”.

FEDE SMARRITA. Il cardinale Tettamanzi, invece, si fa promotore di una propagazione dell’islam sotto la Madonnina, e proprio mentre si scopre che alcuni seguaci di Maometto stavano preparando una strage nel Duomo e attentati a caserme e obiettivi civili. Per questo la Lega lo ha attaccato con toni fortissimi, parlando anche di Chiesa che smarrisce la fede. A nostro avviso, pur essendo evidenti gli errori di certi ecclesiastici (almeno rispetto a quanto insegnato per duemila anni dalla sacra Istituzione fondata da Cristo), il vero problema è che tanto la Chiesa (pur con encomiabili eccezioni) quanto la politica sono afflitte da certi “malanni di stagione”. Il nodo cruciale di questo tempo prende il nome di libertà religiosa. Anche nel Carroccio si fatica a trovare qualcuno che consideri necessario ripensare l’intoccabile principio. Ma in tal caso diventa arduo sostenere che la libertà di religione, quindi anche di costruire luoghi di culto, valga per tutti (satanisti compresi) tranne che per gli islamici.

ORTODOSSIA CATTOLICA. Dal punto di vista dottrinale, l’affermazione del principio della libertà religiosa è piuttosto recente. Lo ha sancito per la prima volta il Concilio Vaticano II, producendo non poco scandalo e rimostranze tra i cattolici maggiormente consapevoli. Lo stesso cardinale Alfredo Ottaviani, all’epoca prefetto del Sant’Uffizio e dunque tutore dell’ortodossia cattolica, si oppose fermamente (sebbene senza successo) a questo inaudito cambiamento, bollandolo come una specie di eresia. Le motivazioni del rifiuto sono evidenti anche all’occhio del profano: ciò di cui vi è libertà, risulta intrinsecamente legittimo; invece davanti a Dio non vi sarebbe legittimità alcuna, bensì grave colpa, nel professare il rifiuto della Parola divina: “Chi crede nel Vangelo e sarà battezzato si salverà, chi non crede e non sarà battezzato sarà condannato”, ammonì Cristo. Tuttavia, non avrebbe alcun merito una fede imposta. Così, ricordava il cardinale Ottaviani, la Chiesa, per Duemila anni, ha sempre parlato di “tolleranza religiosa”, ma mai di “libertà religiosa”. A differenza della libertà, che è oggettiva, la tolleranza può essere relativa, consentendo anche opportune e motivate restrizioni della stessa libertà. Allora, affermato questo principio, avrebbe un senso anche porre l’alt alla costruzione di moschee, perché la tolleranza viene sempre meno di fronte al pericolo.

http://www.ecclesiacatholica.it/ - written by Julio Ferrari - Last Updated ( Friday, 23 January 2009 11:51 )

No comments: