Durante il discorso [sopra riportato] ai partecipanti all'incontro ecumenico di Assisi, Papa Giovanni Paolo II rivela ai presenti il motivo della sua scelta di quella località. La scelta, afferma il papa, è caduta su Assisi perché essa è la città "dell'uomo santo qui venerato - San Francesco - conosciuto e riverito da tanti attraverso il mondo come simbolo della pace, riconciliazione e fraternità (Oss. Rom. 27-28 ottobre 1986)
Un San Francesco ecumenico e pacifista ante litteram, insomma, genuino precursore del futuro Concilio Vaticano II: ecco l'immagine presentata da Giovanni Paolo II ai fedeli e ai non cattolici presenti a quell' "incontro", un'immagine che va ad aggiungersi alla serie di travisamenti del Santo assisiate inaugurata da vari film e spettacoli dagli anni '60 in poi. Quanto ciò sia lontano dalla realtà storica, basterebbero a dimostrarlo anche solo le sue vibrate parole di fronte al sultano d'Egitto, Malik-al-Kamil, nell'anno 1219, in piena quinta crociata: "I Cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il Nome di Cristo e vi sforzate di allontanare dalla vera Religione quanta più gente potete" ("Verba fratris Illuminati", § 2 (test. di fr. Illuminato da Rieti, che accompagnò San Francesco nell'incontro col Sultano).
Nello stesso incontro, il Santo esortò il Sultano ad abbandonare l'Islamismo e a convertirsi alla vera Fede, esclamando: "Dio mi ha inviato a te per mostrarti la via della salvezza eterna", e insistendo perché egli, con la sua autorità, si sforzasse di convertire al Cattolicescimo anche tutto il suo popolo (San Bonaventura, Legenda maior, IX, 8.)
Si sentano poi queste sue parole rivolte ai suoi frati: "[i Frati minori] annunzino la parola di Dio... affinché [i pagani] vengano battezzati e diventino cristiani, poiché chi non rinascerà per acqua e Spirito non potrà entrare nel Regno di Dio" (Francesco d'Assisi, Regola prima, § 16.) Egli stesso aveva più volte tentato di recarsi nei paesi musulmani per convertirli, anelando al martirio (B. Fr. Tommaso da Celano, Vita prima di S. Francesco, I, 20.), poiché "era convinto che, prima di tutto e sopratutto, è assolutamente necessario conservare, venerare e vivere la Fede della Santa Chiesa Romana, che è l'unica salvezza per tutti" (Ivi, I, 22.)
Tutto ciò non è altro che il Vangelo e la Fede cattolica. Quanto si è lontani dall'ecumenismo del Vaticano II e da "Assisi 1986" con le sue ormai innumerevoli repliche!
D'altra parte, se i "nuovi teologi" non esitano a stravolgere perfino la Tradizione, la Sacra Scrittura ed il magistero della Chiesa, non c'è da meravigliarsi che la medesima sorte sia toccata al Poverello di Assisi.
Estratto dal quindicinale cattolico "antimodernista" "sì sì no no", Centro Cattoli Studi Antimodernisti San Pio X, Via Madonna degli Angeli, n. 78, I-00049 Velletri. E-mail: sisinono@tiscali.it
Thursday, September 6, 2007
San Francesco di Assisi contro l'Islamismo
Gepostet von Pantocrator unter 9/06/2007 06:25:00 PM
Labels: Crociate, Francesco di Assisi - San, Malik-al-Kamil, Sì sì no no
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